Stomaco

Ulcera Peptica

L’ulcera peptica  può essere gastrica o duodenale(primo tratto dell’intestino). In quest’ultima sede è piu’ frequente nel mondo occidentale mentre quella gastrica prevale nelle popolazioni orientali. Colpisce più gli uomini delle donne con un rapporto di 3:1 forse perché gli ormoni femminili svolgono quasi un’azione protettiva, infatti il numero di casi nelle donne peggiora nel periodo successivo alla menopausa. Compare dopo i 20 anni raggiungendo un picco massimo intorno ai 50.Spesso presenta una ricorrenza stagionale ai cambi di temperatura dato che in questi periodi il ritmo circadiano dell’acido subisce delle profonde variazioni.

Trattasi di un processo distruttivo circoscritto delle mucose e degli strati sottostanti provocato dall’azione lesiva della secrezione clorido-peptica.

Localizzazione: A livello gastrico si localizza in prevalenza lungo la piccola curvatura e a livello dell’antro, nel duodeno prevalentemente a livello della parete anteriore del bulbo.

L’aspetto macroscopico dell’ulcera è quella di una lesione escavata, rotondeggiante a margini ben definiti, avente diametro < 2cm a livello gastrico e <1 cm a livello duodenale, che insorge su mucosa iperemica ed edematosa. Il fondo dell’ulcera è ricoperto da fibrina, liscio e deterso nel cui contesto possono ritrovarsi vasi trombizzati e segni di sanguinamento in corso. La profondità dell’ulcera è variabile tanto da interessare nei casi più gravi tutta la parete fino alla perforazione gastrica o duodenale.

Le principali cause sono:

  1. Infezione cronica da Helicobacter Pylori;

  2. L’uso prolungato di alcuni farmaci e in particolare gli antinfiammatori (FANS) che oltre a ridurre il muco gastrico inibiscono la sintesi delle prostaglandine che hanno un’azione protettiva gastrica;

  3. Abuso di caffeina che stimola la secrezione acida;

  4. Diete scorrette;

  5. Lo stress intenso legato a condizioni di vita particolari;

  6. Il reflusso biliare che viene provocato d avari fattori come il fumo, l’eccesso di produzione di gastrina che inibisce il tono dello sfintere pilorico, la colecistectomia.

La sintomatologia è costituita da un dolore epigastrico che compare dopo 30 minuti dal termine del pasto nell’ulcera gastrica e 60-90 minuti nell’ulcera duodenale con nausea e vomito secondari a spasmo pilorico .Il paziente tende a placare il dolore assumendo del cibo o degli antiacidi. Spesso compare un’anemia sideropenica nelle ore successive legata a stillicidio ematico.

Come già detto le complicanze acute sono:

  • la perforazione con relativa peritonite batterica ( dolore come una pugnalata in sede epigastrica accompagnata da vomito e febbre);
  • la perdita di sangue che può essere violenta fino a provocare un vomito nero (ematemesi) o graduale con uno stillicidio che si manifesta con feci nere (melena) oppure senza segni visibili per cui diventa fondamentale eseguire un sangue occulto nelle feci. In entrambi i casi si manifesta un’ anemizzazione con ipotensione e grave stato astenico.

 

Tra le complicanze croniche, legate a ripetute ulcere guarite, dobbiamo ricordare:

  • la stenosi della regione pilorica e del bulbo duodenale legata alla formazione di cicatrici riparative che però determinano una riduzione del calibro con relativa lentezza nella fase di svuotamento. Infatti la dispespsia è il tipico sintomo di questa situazione che però con il tempo può peggiorare fino a portare al periodico vomito alimentare durante i pasti.
  • Raramente l’ulcera diventa un tumore.

 

L’indagine fondamentale per la diagnosi è la Gastroduodendoscopia associata a biopsia della lesione e ricerca H.P.

La terapia standard è costituita da l’uso di PPI all’inizio e.v. e poi per os a vari dosaggi.

Raramente si ricorre ad intervento chirurgico. In passato furono eseguiti vari tipi di intervento come Billroth I, Billroth II, vagotomia ma sinceramente sono metodiche ormai abbandonate.

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