Per Microbiota intestinale si intende la popolazione di microrganismi che colonizza l’intestino. Non dobbiamo confonderlo con il Microbioma che rappresenta il patrimonio genetico posseduto dal microbiota. Quest’ultimo presenta una caratteristica particolare e molto importante in quanto sembra che i microarganismi si colleghino quasi con un sistema usb alle cellule della parete intestinale scambiando dati. In parole povere il patrimonio genetico dei microrganismi modifica cercando di miglioralo quello delle cellule intestinali e viceversa.
Il microbiota è un insieme di batteri (circa 200-300 specie batteriche) , protozoi, virus e funghi presenti nel tratto enterico che vivono in simbiosi con il nostro organismo (simbionti). Le specie presenti sono oltre mille e variano da soggetto a soggetto per cui potremmo dire che il microbiota è unico per ogni singolo essere umano e non omologabile con quello di altri soggetti tanto da definirsi quasi “un’impronta digitale” del nostro corpo. La componente batterica del microbiota si nutre di carboidrati disponibili presenti nei residui alimentari intestinali e di carbodrati non disponibili (es xilosio), che non vengono digeriti e assorbiti, presenti nelle fibre alimentari . I batteri li fermentano portando alla formazione di acidi grassi a catena corta. Le due componenti di carboidrati vengono definite prebiotici. Cinque sono gli alimenti particolarmente ricchi di prebiotici: foglie di tarassaco, topinambur, aglio, porro e cipolla. Sono però presenti anche nei cereali integrali, legumi, ortaggi, asparagi, carciofi, cicoria, banana e miele. Noi ogni giorno con l’alimentazione introduciamo nuovi microarganismi. Il microbiota in collaborazione con l’intestino deve decidere se eliminarli perché pericolosi oppure integrarli nell’ecosistema intestinale.Il tipico microbiota umano “sano” è costituito da un insieme di firme microbiche comuni costutuite da cinque gruppi batterici: Bacteroides, Firmicutes, Prevotella, Bifidobacterium, Escherichia.
Ognuna di queste firme rappresenta un gruppo di batteri che lavorano insieme come una “associazione”, fornendo diversi servizi all’ecosistema intestinale. Il microbiota di ogni individuo è risultato tipicamente caratterizzato da una, o più comunemente da una combinazione, di queste cinque firme. Le firme dominate da Firmicutes e Prevotella compaiono tipicamente intorno al primo anno, quando i bambini iniziano a mangiare cibi solidi. La firma Bacteroides è più frequente nel mondo occidentale in quanto collegata a diete ricche di carboidrati, di cibi ultra-processati e da stili di vita tipici dei paesi industrializzati. Al contrario la firma Prevotella è sempre presente nei paesi non occidentali dove il tipo di alimenti, la routine igienica e l’attività fisica sono molto diverse.
Il giusto equilibrio tra il sistema immunitario della barriera intestinale e il microbiota è garantito dalle Immunoglobuline A (IgA) che riescono a modulare la risposta immunitaria verso il microbiota onde impedire che non venga riconosciuto e distrutto ma anche impedire che alcune forme batteriche dello stesso possano violare la barriera e viaggiare verso i linfonodi addominali.
Il microbiota varia a seconda dell’età.
Nei neonati fino all’anno di età il microbioma materno modella quello del bambino. La sua creazione avviene:
attingendo alla flora batterica vaginale durante il parto(se il parto è cesareo questo non avviene) e successivamente alla flora batterica cutanea presente sul seno durante l’allattamento;
attraverso il trasferimento genico orizzontale (HGT, horizontal gene transfer), sia prima che dopo la nascita. Infatti i microbi intestinali della madre condividono i propri geni con i batteri presenti nell’intestino del proprio figlio. Questi geni mobili vengono trasferiti dal microbioma della madre a quello del bambino probabilmente tramite dei batteriofagi ovvero dei virus che infettano i batteri del microbiota. I geni producono, nelle cellule, metaboliti microbici, a partenza dai nutrienti che assumiamo con la dieta, che sono fondamentali per lo sviluppo cognitivo e immunitario del bambino. Tuttavia, non è ancora chiaro come il microbiota intestinale di un neonato si sviluppi insieme al suo metaboloma che rappresenta l’insieme di metaboliti prodotti dai microbi (sono circa 3 mila specie diverse).
Durante il primo anno di vita, i neonati condividono con le loro madri metà dei ceppi presenti sia nel microbioma infantile sia in quello materno;
Indubbiamente il latte materno ricco di oligosaccardi favorisce lo sviluppo dei ceppi batterici “buoni”.
Nella prima infanzia la situazione si modifica ed è influenzata dall’epoca dello svezzamento e dal tipo di cibi presenti nella dieta del bambino. La condivisione dei microbi si riduce al 27% tra 1-3 anni di età e si stabilizza dopo i 3 anni diventando uguale a quello di un soggetto adulto. I batteri ereditati dalla madre, pur diminuendo, però sono presenti nel microbiota intestinale dei figli fino a 80 anni. Il sopraggiungere di nuovi microbi è legato alle persone con cui si vive a stretto contato e alla trasmissione, più avanti nella vita, di microbi all’interno di ambienti sociali condivisi.
Nell’adulto il microbiota presenta delle piccole variazioni giornaliere legate all’alimentazione e viene spesso profondamente modificato in base agli stili di vita e alimentari non corretti.
Negli anziani esiste un declino graduale della barriera intestinale. In particolare avviene un costante calo dei batteri “buoni” fino ad arrivare quasi alla completa scomparsa dei microbiota. Il tutto comporta un’ alterazione dell’immunità e della neurotrasmissione e un quadro generale di infiammazione importante in particolare nei soggetti affetti da altre patologie. Negli anziani in buona salute, al contrario, si crea un microbiota costituito da ceppi specifici per quel paziente che danno il famoso quadro di”impronta digitale” e che probabilmente portano ad un quadro di invecchiamento sano e longevo. Questa situazione probabilmente inizia intorno ai 40-50 anni ed è associato ad una particolare situazione metabolotica del sangue ove sono presenti metaboliti microbici come l’indolo o la fenil-acetil-glutamina capaci di garantire una lunga vecchiaia in buona salute.
Questo ecosistema continuamente in variazione viene definito EUBIOSI e determina un reciproco vantaggio per entrambi.
La sua funzione è:
azione metabolica: grazie alla produzione di acidi grassi a catena corta favorisce:
regolazione dell’insulino resistenza;
regolazione del metabolismo del colesterolo;
disintossicazione ed eliminazione dal nostro organismo di sostanze tossiche sintetiche o naturali;
fermentazione del residuo dietetico non digeribile;
sintesi di sostanze utili al nostro organismo come vitamine ( in particolare vitamina K, B12, biotina e tiamina, acido folico), acidi grassi a catena corta tra cui acido butirrico, acetato e propionato che hanno azione anti-cancerogena in quanto inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali, azione antinfiammatoria e immunomodulatore, fonte di energia per le cellule intestinali;
azione trofica: migliora le condizioni strutturali dell’intestino;
facilita l’assorbimento di ioni ed in particolare calcio e magnesio;
protezione e stimolo del sistema immunitario:
garantisce l’omeostasi dei microrganismi presenti nel nostro organismo;
influenza in modo positivo l’immunità sistemica attraverso la produzione di sostanze modulanti che regolano la produzione di sostanze infiammatorie e anti-infiammatorie nel nostro organismo.;
previene alcune allergie e malattie autoimmuni;
contribuisce allo sviluppo delle strutture linfoidi;
funzione di barriera: attraverso
la produzione di antibiotici naturali;
favorendo l’efficenza delle giunzioni serrate intestinali;
eliminazione di sostanze tossiche;in particolare delle sostanze chimiche presenti negli alimenti o dei farmaci assunti.
azione modulante sugli alimenti: regola il loro assorbimento e la loro metabolizzazione;
funzione neuroendocrina: fondamentali nella produzione delle sostanze neuroendocrine che regolano il nostro intestino come la motilità, le capacità secretive e sensorie.
funzione di colonizzazione di organi adiacenti: colonizza e protegge gli organi genitali esterni delle donne in particolare la vulva
agisce in modo positivo sulle funzioni cognitive e del tono dell’umore dato che è in grado di influenzare la barriera emato-encefalica, la neurochimica e le funzioni cellulari del cervello, oltre che la neuroplasticità.
Sito di Gastroenterologia
Santeramo in Colle