INTESTINO

Disbiosi

La modifica dell’eubiosi porta a quella che viene definita disbiosi ovvero uno squilibrio sia numerico che qualitativo del microbiota che porta ad una notevole riduzione della diversità dei microrganismi con prevalenza di pochi ceppi sopratutto batterici spesso ad azione tossica (l’esempio è L’Escherichia Coli). E’ una condizione spesso sottovalutata e non viene  considerata nemmeno come una vera patologia. Esistono due forme:

  1. disbiosi acuta provocata:

    • da batteri, virus, miceti che sopraggiungono nel nostro intestino provocando un’ infezione;

    • dall’uso eccessivo di antibiotici.

  2. disbiosi cronica: esistono cinque tipologie:

  • Disbiosi Carenziale: legata ad una notevole riduzione della flora batterica benigna intestinale come bifidobatteri e lattobacilli. E’ spesso la conseguenza di una una alimentazione scorretta (diete carenti di vegetali, utilizzo di alimenti troppi ricchi di additivi alimentari, intolleranze alimentari come la celiachia) oppure uso eccessivo di antibiotici;
  • Disbiosi Fermentativa (SIBO): legata ad ad una alimentazione scorretta ricca di carboidrati complessi come pane e pasta o di carboidrati semplici come il glucosio, zucchero, lattosio che porta ad una sovraccrescita batterica in particolare a livello dell’intestino tenue ove la popolazione batterica e’ molto ridotta.
  • Disbiosi Putreffativa: legata ad una alimentazione scorretta ricca di grassi animali e carne e povera di fibre che porta ad un incremento dei batteri anomali nella flora batterica e sopratutto dei batteri metano-produttori;
  • Disbiosi da Funghi: legata alla presenza di Candida o sovraccrescita di saccaromiceti. E’ spesso collegato all’uso in eccesso di antibiotici associati ad una dieta troppo ricca di carboidrati.
  • Disbiosi da Sensibilizzazione: è legata ad un’ alterazione della barriera immunitaria intestinale ed in particolare ad un deficit di IgA secretorie intestinali, che porta ad un’ anomala azione danneggiante sulla flora batterica fisiologica intestinale .

In ogni caso su tutte le forme di disbiosi cronica incidono anche:

    • stili di vita sbagliati protratti nel tempo (poca attività fisica, alcool, fumo, cattiva gestione del sonno, stati di ansia protratti);

    • uso cronico di troppi farmaci (lassativi, trattamenti ormonali, terapie oncologiche, PPI, antibiotici) Recentemente gli Inibitori di pompa protonica (PPI) sono sotto attenta valutazione per un probabile coinvolgimento nella genesi della disbiosi. Il loro uso, spesso eccessivo in particolare nei pazienti che presentano patologie cardiovascolari ed assumono antiaggreganti piastrinici per garantire la cosiddetta “protezione gastrica”, porta ad una riduzione dell’acidità gastrica che rappresenta un’importante barriera battericida. Questa riduzione facilita il passaggio di forme batteriche anomali  verso l’intestino mentre in condizioni normali vengono eliminate nello stomaco.  

    • alcune patologie croniche ( malattie epatiche, delle vie biliari, pancreatiche, gastriche, malattia diverticolare morbo di Crohn),alterazioni anatomiche intestinale come By-pass o resezioni intestinali. Ad esempio nel morbo di Crohn è stato evidenziato una notevole diversità del microbiota intestinale rispetto alle persone sane . In particolare risultano molto aumentati i ceppi batterici come l’Enterococco che tende a danneggiare le cellule della parete intestinale, l’Escherichia, la Shigella, il Proteus. Al contrario i ceppi benigni appaiono notevolmente diminuiti. Un aumento nei pazienti affetti da M. di Crhon della PCR, markers infiammatorio ematico, sembra indicare la presenza di ceppi batterici Escherichia/Shigellamolto elevati nell’intestino.

La disbiosi determina un’alterazione delle giunzioni serrate o thight junction che mettono in collegamento le varie cellule intestinali della mucosa e che garantiscono il passaggio bidirezionale di sostanze dal lume intestinale al sistema circolatorio. Sono delle strutture proteiche che traggono la loro efficienza dagli acidi grassi a catena corta prodotti dal metabolismo del microbiota intestinale. Una loro alterazione determina il passaggio di sostanze tossiche, di allergeni , di microbi nel nostro organismo, provocando un quadro di endotossiemia che si manifesta con un grado di infiammazione cronica sistemica di basso grado.

I classici sintomi della disbiosi sono cattiva digestione, gonfiore addominale, dolori addominali, meteorismo, flatulenza che portano gradualmente ad un quadro di IBS (colon irritabile) per progredire ad un quadro di infiammazione intestinale (IBD) in particolare dei tratti distali del colon o determinare anche una colonizzazione di tratti dell’intestino tenue (SIBO).

Spesso si verifica un convolgimento dell’apparato urogenitale in particolare nelle donne con quadri di cistite e vulviti recidivanti sia di tipo batterico che micotico(candidosi).

Esistono forti indizi che fanno pensare che la disbiosi induca anche patologie sistemiche come asma, malattie cardiovascolari, ipertensione, obesità in cui prevale la sindrome metabolica, malattie renali croniche, diabete. Negli anziani rappresenta un fattore che peggiora il quadro di malattie neurodegenerative ed in particolare la malattia di Alzheimer.

. Tuttavia sul coinvolgimento della disbiosi nella genesi di queste patologie sistemiche abbiamo solo degli indizi.

La diagnosi può essere effettuato tramite un esame chiamato Disbiosi Test. E’ un esame che si effettua su un campione di urine ove vengono quantizzate due sostanze: lo scatolo e l’indacano.

Se è alterato è il valore dell’indacano vuol dire che la disbiosi è presente a livello dell’intestino tenue (SIBO), se invece è alto lo scatolo esiste una disbiosi del colon. Se sono alti entrambi tutto l’intestino è interessato. Possono eccerci forme lievi, medie, gravi. Altri esami da effettuare sono l’esame standard delle feci e la coprocultura per la ricerca di batteri e miceti.

Terapia: La correzione della disbiosi non sempre è facile. Innanzitutto è fondamentale avere una corretta alimentazione dove la presenza di fibre è importante associato ad una ottimizzazione dei ritmi circadiani  che portano ad un corretto stile di vita. Possiamo utilizzare dei fermenti lattici per favorire la ricreazione dell’ecosistema intestinale tra cui probiotici naturali presenti nei cibi fermentati come yogurt, kefir oppure dei classicii integratori probiotici . Purtroppo non abbiamo un modo per capire quale siano i probiotici più adatti per l’intestino di una determinata persona per cui i risultati sono molto legati alla “fortuna” e a vari tentativi terapeutici.

In alcuni casi è necessario disinfettare l’intestino con la rifaximina e poi ricreare la flora intestinale. Purtroppo vi è spesso un suo uso eccessivo che non fa altro che peggiorare la disbiosi.

In conclusione possiamo dire che il microbiota rappresenta un capitolo importante per la nostra salute. Sicuramente si faranno ulteriori passi avanti con gli studi scentifici in atto e forse scopriremo tante informazioni importanti che ancora non conosciamo. Ci auguriamo sopratutto che si proceda alla creazione di indagini di laboratorio più dettagliate che permettano di valutare in modo chiaro e semplice la presenza della disbiosi cosa che in questo momento non è ancora avvenuto.

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