COLECISTI

Malattie Infiammatorie

COLANGITE:

Processo infiammatorio delle vie biliari legato a

  • forme batteriche agevolate da ostruzione delle vie biliari extraepatiche intrinseche (in genere calcoli o neoplasie del coledoco) o estrinseche (neoplasie del duodeno o del pancreas, fistole intestinali, diverticoli duodenali,pancreatiti);

    I batteri responsabili in genere sono: l’Escherichia Coli che rappresenta il principale responsabile di tali infezioni. Altri batteri sono lo streptococcus fecalis, salmonelle, enterobacter, clostridia, pseudomonas, klebsiella. Gran parte di questi batteri provocano talvolta formazione di pus che determina facilmente ulcere, necrosi, emorragie.

  • forme autoimmuni come nel caso della colangite sclerosante primitiva spesso associata a malattie infiammatorie intestinali come rettocolite ulcerosa o morbo di Crohn;

  • forme tossiche come nel caso di reflusso pancreatico in via biliare;

  • forme allergiche;

  • forme chimiche;

  • forme chirurgiche: come complicanza di interventi chirurgici dello stomaco, duodeno, pancreas, appendice;

  • forme legate ad infestazioni parassitarie come ascaris lumbricoides.

La sintomatologia è caratterizzata da tre sintomi importanti: febbre, dolore in ipocondrio dx, ittero. A questi si aggiungono spesso ma in modo incostante , nausea, vomito, malessere generale, urine scure, cattiva digestione feci chiare.

Per la Diagnosi verranno eseguiti degli esami ematochimici che evidenzieranno un aumento di:

  • globuli bianchi e in particolare della componente neutrofila;

  • aumento di GOT, GPT, GGT;

  • aumento della bilirubina diretta;

  • aumento degli indici di flogosi come VES e PCR.

Le complicanze sono rappresentate da una eventuale evoluzione verso una cirrosi biliare secondaria e nei casi piu’ gravi ad una insufficenza epato-renale fino allo shock settico.

La terapia consiste in un adeguato utilizzo di antibiotici e di eventuale intervento chirurgico per rimuovere l’ostruzione.

COLECISTITE

processo infiammatorio della colecisti legato a ristagno di bile secondario ad un ostacolo allo svuotamento della colecisti.

Il difficile svuotamento può essere legato a:

  • alla presenza di un calcolo in colecisti che si incunea nel dotto cistico;

  • un malfunzionamento dei meccanismi di escrezione (solo il 5-10%) causata da:

      • presenza di tumore ostruente il dotto cistico:

      • torsione della colecisti;

      • infezioni batteriche o parassitarie;

      • malattie sistemiche come sifilide, tubercolosi , ischemie cerebrali o cardiache; parti prolungati;

      • traumi violenti;

      • ustioni;

      • forme idiopatiche in cui non riusciamo ad individuare la causa.

In tutte queste forme si verifica un quadro di stasi biliare legato ad un cattivo svuotamento della colecisti. La stasi provoca un aumento pressorio dentro la colecisti che provoca irritazione e successiva infiammazione della parete. Il tutto provoca un aumentato rischio di infezioni batteriche.

Le cause che determinano una colecistite sono:

  1. Patologie presenti nel paziente:

    • Epatopatie croniche : vengono alterate le cellule che producono bile;

    • Morbo di Crohn: l’alterato assorbimento della bile a livello dell’ileo determina un’alterazione della composizione della bile favorendo il suo precipitare;

    • Diabete mellito;

    • Dislipidemie: in particolare l’aumento del colesterolo e relativa terapia con statine;

    • Obesità;

    • Talassemia: produce aumento di bilirubina diretta nella colecisti;

  1. Situazioni fisiologiche:

    • Privilegia il mondo occidentale dato lo stile di vita in cui prevale abuso alimentare e sedentarietà;

    • Predisposizione genetica familiare alla produzione di calcoli;

    • Privilegia i pazienti sopra i 65 anni;

    • Sono colpite sopratutto le donne sia per le gravidanze che aumentano il progesterone e gli estrogeni che determinano riduzione della motilità della colecisti, sia per l’uso degli estro-progestinici.

I sintomi sono molto intensi:

  • dolore intenso ipocondrio dx con irradiazione alla spalla dx in particolare dopo i pasti;

  • nausea e vomito prima alimentare e poi biliare;

  • febbre;

  • malessere generale ;

  • diarrea o gonfiore addominale con flatulenza maleodorante;

  • raramente ittero.

In genere la prognosi è buona perchè un rapido intervento medico con adeguata terapia risolve la situazione in tempi brevi.

Raramente abbiamo complicanze:

  • Pancreatite acuta : la bile defluisce nel dotto pancreatico. In genere compare quando sono presenti calcoli;

  • Idrope della colecisti: le ghiandole mucipare della parete della colecisti, per la flogosi, cominciano a produrre muco che si accumula in modo notevole nella colecisti facendo diventare la bile quasi biancastra e gonfiare a dismisura la colecisti ;

  • Empiema della colecisti: è la conseguenza dell’infezione batterica dell’idrope.

  • Peritonite biliare: nel caso di rottura della colecisti empiematosa.

  • Fistola tra colecisti e intestino: molto rara.

Per una corretta diagnosi oltre ad una corretta interpretazione dei sintomi è importante un buona palpazione addominale del medico per evidenziare per valutare la presenza del segno di Murphy( bisogna spingere con le dita sull’incrocio tra l’arcata costale dx e la linea claveare dx e il paziente avrà un intenso dolore in fase di inspirazione). Bisogna controllare se la colecisti è palpabile sopratutto se è distesa (segno di Courvoisier-Terrier) .

Verranno eseguiti degli esami ematochimici che evidenzieranno un aumento di:

  • globuli bianchi e in particolare della componente neutrofila;

  • aumento di GOT, GPT, GGT;

  • aumento dei valori pancreatici come Amilasi e Lipasi;

  • aumento della bilirubina diretta;

aumento degli indici di flogosi come VES e PCR.

Fondamentale eseguire subito una ecografia addominale ed evntualmente una Tc o Rm dell’addome superiore.

La terapia in genera mira a rimuovere le cause che hanno scatenato la colecistite per cui l’approccio primario è una colecistectomia laparoscopica.

Nelle forme meno gravi è possibile eseguire una terapia dietetica povera di grassi associato all’uso di acido ursodesossicolico con eventuale utilizzo di antibiotici per evitare l’empiema.

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