COLELITIASI (calcoli della colecisti e dei dotti biliari)
si tratta di piccoli sassolini solidi che si manifestano per la cristallizzazione della bile. In genere la fase che precede la formazione dei calcoli è rappresentata dal precipitare dei componenti biliari che porta alla formazione di fango biliare. Lo stesso fango può scatenare delle coliche biliari.
I calcoli possono essere di differente numero e dimensioni. Sono costituiti dai quattro componenti della bile ovvero: colesterolo, grassi, bilirubina e sali biliari. La loro presenza determina, per il continuo spostamento nel lume della colecisti, un processo infiammatorio cronico che porta ad un quadro di colecistite.
Esistono tre tipo di calcoli:
Calcoli misti (80%) : costutiti da colesterolo (70%), sali di calcio, acidi biliari, bilirubina,talora proteine. Sono tipici del mondo occidentale come conseguenza di una dieta errata e abbondante e da scarsa attività fisica.
Calcoli Puri(10%): di solo colesterolo in genere unici ,sferici e di colore chiaro.
Calcoli pigmentati(10%): sono costituiti in prevalenza da bilirubina non coniugata e calcio(bilirubinato di calcio). Possono essere
Neri e si sviluppano in genere nei soggetti affetti da epatopatia alcoolica, nei soggetti affetti da anemia emolitica o nei soggetti in età avanzata.
Marroni: sono associati ad infiammazione o infezione della colecisti o delle vie biliari.
Le cause che determinano la formazione dei calcoli sono molteplici:
Un difetto congenito che determina un alterato rapporto delle componenti che costituiscono la bile oppure una eccessiva tendenza alla concentrazione della stessa.
Obesità o eccessivo dimagrimento;
Diete squilibrate soprattutto iperlipidiche (in particolare ricche di colesterolo) o al contrario ipolipidiche(l’uso di pasti poveri riduce la contrattilità della colecisti provocando stasi biliare).
Le gravidanze;
L’uso di contraccettivi nei soggetti di sesso femminile;
Diabete;
Le malattie infiammatorie intestinali;
le dislipidemie;
Anemie emolitiche;
I sintomi di una colica biliare possono essere vari e dipendono dalla piu’ o meno violenta contrazione della colecisti e delle vie biliari legata al tentativo del calcolo di uscire dalla cistifellea e raggiungere, tramite il dotto cistico, il coledoco. Questo tentativo cozza con le dimensioni del calcolo rispetto al diametro del dotto cistico che in genere è di 4 mm. Il calcolo, che in genere supera i 4 mm di diametro, si incastra in uscita provocando una contrazione della colecisti con relativa colica. Solo i calcoli inferiori a 4 mm riescono ad entrare nel cistico e poi in coledoco ma in questo caso si incastrano in queste vie biliari per cui la colica diventa violenta con associato ittero.
Nelle forme meno evidenti si manifesta con un senso di peso epigastrico soprattutto dopo il pasto e gonfiore sempre epigastrico.
La vera colica, che può essere continua o intermittente, invece si manifesta dopo un pasto abbondante e spesso di notte proprio perché talvolta abusiamo a mangiare a cena. E’ un dolore intenso che si manifesta nella parte superiore dell’addome estendendosi verso il fianco dx fino alla spalla dx.
Associato al dolore spesso si manifestano nausea e vomito, talvolta diarrea con feci molto chiare, febbre in caso di colecistite, ittero della cute e delle mucose in caso di ostruzione del coledoco.
La complicanza più grave è legata alla situazione anatomica del tratto finale del coledoco ove è presente anche il dotto pancreatico. Entrambi convergono contemporaneamente nello sfintere di Oddi che è una valvola che controlla la fuoriuscita delle secrezioni bilio-pancreatiche durante il pasto.
Se il calcolo si incastra in questo tratto oltre ad impedire lo svuotamento biliare determina un rigurgito della bile nel dotto pancreatico con relativo aumento della pressione dei dotti pancreatici interni che a sua volta provoca un ostacolo alla fuoriuscita del secreto pancreatico che tracima fuori dai dotti danneggiando gravemente la struttura pancreatica. Il quadro terminale è quello di una grave pancreatite acuta.
Diagnosi:
L’esame per eccellenza è rappresentato dall’ecografia addominale che permette di individuare in modo rapido e semplice la presenza dei calcoli.
Una volta evidenziati i calcoli verranno eseguiti ulteriori indagini.
Esami ematici: Emocromo, GOT, GPT, GammaGT, Bilirubina, Amilasi, Lipasi;
Rx Diretta Addome: per evidenziare la radiopacità dei calcoli o la loro radioptrasparenza.
Tc o Rm Addome superiore ,
Colangio Tc o Rm.
Trattamento:
appare inevitabile che il migliore trattamento sia quello chirurgico con asportazione della colecisti litiasica.
In caso di colica appare necessario effettuare nelle forme più violente una flebo o una fiala intramuscolo di antispastico associato ad un un analgesico.
Nelle forme più leggere basta utilizzare gli stessi farmaci per bocca.
Se i calcoli sono radiotrasparenti possiamo fare un tentativo per scioglierli utilizzando l’acido ursodesossicolico. Purtroppo questo tentativo ha una percentuale di riuscita piuttosto basso. Lo stesso farmaco viene utilizzato per riportare i valori ematici nella norma quando sono alterati. E’ importante farlo perché l’intervento deve avvenire con un quadro ematico possibilmente nella norma.
Nel caso di calcolo incastrato in coledoco l’intervento da eseguire è la Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) che permette per via endoscopica di incidere lo sfintere di oddi e recuperare il calcolo in coledoco.
Dopo l’intervento è utile seguire un’alimentazione leggera, povera di grassi e fibre complesse.
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