Esofago

Neoplasie

Benigni: sono forme non molto diffuse:

  • Leiomioma: è la più comune forma di tumore benigno dell’esofago. Si formano in genere nel terzo distale dell’esofago e sono collegati al tratto muscolare circolare. Hanno aspetto a forma ovoide del diametro che va dai 3 agli 8 cm. In genere sono asintomatici e vengono individuati solo durante una endoscopia. Se superano gli 8 cm possono dare disfagia. Si esegue una rimozione chirurgica endoscopica.

  • Papilloma a cellule squamose: può interessare qualsiasi tratto dell’esofago. Nel 90% dei casi è solitario. Asintomatico. Scoperto e rimosso durante una procedura endoscopica.

  • Membrane e anelli esofagei: una membrana è un sottile ripiegamento della mucosa in genere di circa 2-3 mm. L’anello detto di Schatzki è una sub-stenosi di 2-4 mm della mucosa che diventa fibrosa e poco elastica ( anello A) o da iperplasia del muscolo (anello B). Si manifesta nel tratto distale dell’esofago a livello della giunzione tra mucosa squamosa e colonnare. E’ spesso associata all’ernia iatale ma probabilmente è congenita. Le membrane in genere sono completamente asintomatiche mentre gli anelli A spesso provocano una disfagia intermittente per i cibi solidi mentre quelli B sono asintomatici.

Maligni: sono forme spesso molto aggressivi.

Sono collegabili a

  • Fumo,

  • Alcool,

  • Infezioni virali come HPV, Herpes Simplex, Citomegalovirus, Epstein-Barr,

  • Carenza di vitamina C e A ,magnesio ,selenio e zinco,

  • Ingestione di bevande bollenti,

  • Morbo celiaco,

  • Esiti di ingestione da caustici,

  • MRGE

  • Esofago di Barrett

  • Sostanze cancerogene negli alimenti (idrocarburi policiclici, coloranti derivati dall’anilina, nitrosamine).

Negli ultimi anni il notevole aumento di sostanze chimiche negli alimenti sembra che sia una delle cause più importanti nella genesi di tali patologie.

Tra i principali responsabili ricordiamo: I nitrati e i nitriti che sono assorbiti rapidamente dall’organismo e in gran parte escreti con le urine sotto forma di nitrati. Parte dei nitriti viene convertiti in nitrati dagli enzimi salivari. I nitriti nel nostro corpo riducono la capacità dei globuli rossi di legare e trasportare ossigeno nel nostro corpo perché trasformano l’emoglobina in metaemoglobina.

La presenza di nitriti per la conservazione dei cibi indubbiamente rappresenta un modo utile per impedire la proliferazione del Clostridium Botulini. Infatti vengono utilizzati nella conservazione dei cibi in scatola. Inoltre migliorano l’aroma ed esaltano il colore rosso della carne. Purtroppo tendono a combinarsi con le ammine presenti nei cibi proteici come carne in scatola, pesci marinati, salumi e formaggi formando le nitrosamine che secondo l’ente americano Food and Drug Admistration rappresentano “…uno dei più potenti gruppi di sostanze cancerogene mai scoperto”. Questa combinazione viene contrastata dalla vitamina C e dalla vitamina E che trasformano le nitrosamine in ossido nitrico.

Attualmente sembra che siano proprio i salumi a rappresentare la principale fonte di nitriti nella nostra dieta.

I nitrati, che sono meno tossici dei nitriti, vengono usati per impedire che alcuni formaggi si gonfino durante la fermentazione. Anche gli ortaggi presentano negli ultimi anni un aumento dei nitrati. Questi sono presenti in natura nei vegetali a foglia larga come lattughe, bietole e spinaci ma l’esposizione alla luce solare e la presenza di vitamina C impediscono la conversione in nitriti e successivamente in nitrosamine. Purtroppo l’uso eccessivo e improprio di fertilizzanti e la coltivazione in ambienti con poco sole diretto come alcuni tipi di serre portano ad una maggiore concentrazione di nitrati nelle foglie.

Talvolta possono entrare anche come contaminanti ambientali dell’acqua che viene utilizzata nello scarico di acque reflue o negli allevamenti intensivi di bestiame.

L’utilizzo in campo alimentare di nitriti e nitrati spesso supera la reale necessità di conservazione mentre si cerca di valorizzare l’aspetto e il sapore dell’alimento.

Pertanto controlliamo sempre le etichette degli alimenti o il documento alimentare esposto e cerchiamo i seguenti dati:

  • Nitrito di sodio = E 250

  • Nitrato di sodio = E 251

  • Nitrito di potassio = E 249

  • Nitrato di potassio = E 252

Diamo anche alcuni consigli:

  1. Evitare di riscaldare i cibi che li contengono perché il calore facilita la trasformazione di nitrati in nitriti;

  2. Utilizzare tali cibi in breve tempo;

  3. Preferire gli ortaggi di stagione;

  4. Eliminare le foglie esterne e i gambi dei vegetali dato che in esse si concentrano maggiormente.

  5. Utilizzare possibilmente cibi veramente biologici.

Le forme  più importanti sono:

  • Carcinoma squamoso: ha origini dalle cellule epiteliali della mucosa. Rappresenta il 60% dei tumori esofagei, e colpisce in genere il tratto superiore e medio.

  • Adenocarcinoma: ha origine dalle cellule ghiandolari deputate alla produzione di muco dell’esofago. Colpisce prevalentemente l’esofago inferiore rappresentando il 30% dei cr. esofagei.

    Colpiscono in prevalenza i maschi (rapporto 3 a 1 rispetto alle donne) di età compresa tra i 55 e 70 anni e sono correlati molto spesso ad acalasia, GERD ed esofago di Barret.

    Trattasi di neoplasie, in particolare l’adenocarcinoma, che purtroppo negli ultimi anni sono notevolmente aumentate come frequenza tanto che quest’ultimo è il tumore più frequente nei paesi occidentali.

    I sintomi all’inizio sono spesso molto ridotti. Il senso di disfagia (difficoltà alla deglutizione) recidivante all’inizio solo per i cibi solidi e poi per i liquidi è il segno che qualche cosa non và in esofago anche se molte volte è presente anche nella GERD. Il relativo dimagrimento del paziente associato a disfonia, singhiozzo, vomito, tosse, anemia indica una patologia importante. In ogni caso se compare disfagia sarebbe opportuno eseguire sempre una EGDS che rappresenta l’esame principale per la diagnosi. Una volta individuata la presenza di una neoplasia è utile effettuare una stadiazione con Ecoendoscopia, TAC e PET per poter decidere quale tipo di intervento chirurgico eseguire associandolo a una radioterapia e/o chemioterapia.

Stadi della neplasia Esofago

Purtroppo i carcinomi dell’esofago sono caratterizzati da una prognosi sfavorevole anche se negli ultimi anni la sopravvivenza è nettamente migliorata e si è notato una diminuzione di quello squamoso e purtroppo un aumento dell’adenocarcinoma.

Per questo motivo nella prevenzione di tale patologia sarebbe necessario un miglioramento del nostro stile di vita come l’ eliminazione dell’uso di fumo e alcool che rappresentano i fattori di rischio più rilevanti, una dieta equilibrata con un importante apporto di frutta e verdura, un adeguato apporto di vitamina A, il mantenimento del peso forma, l’uso di cibi non troppo bollenti, una riduzione dell’ assunzione di un eccesso di carni rosse.

  • Tumori rari: sono il sarcoma, il carcinoma primitivo a piccole cellule, il melanoma primitivo dell’esofago, il carcinoide, alcune forme secondarie a metastatizzazione da altre neoplasie di altri organi come il melanoma o il carcinoma della mammella.

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