Possiamo distinguere due tipi di tumori:
PRIMARI:
Negli adulti nascono direttamente dalle cellule del fegato chiamati epatociti creando l’epatocarcinoma o dalle cellule dei dotti biliari creando il colangiocarcinoma o nei bambini dai precursori delle cellule epatiche chiamati epatoblasti creando l’epatoblastoma.
L’epatoblastoma compare nei primi tre anni di vita e colpisce in genere i bambini che presentano prematurità e basso peso neonatale e ad anomalie genetiche costituzionali. Probabilmente hanno un ruolo importante nell’insorgenza di questa patologia anche l’ossigenoterapia, la nutrizione parenterale totale, l’uso eccessivo di farmaci e l’esecuzione di ripetute radiografie che nei bambini prematuri spesso vengono utilizzate.
L’epatocarcinoma primario colpisce gli adulti con prevalenza i soggetti di sesso maschile sopra i 40 anni nei paesi occidentali e sotto i 40 in Africa e Asia. Ha maggiore incidenza nelle zone asiatiche rispetto all’Europa e America. Il tumore al fegato rappresenta la terza causa principale di morte per cause oncologiche, dopo il cancro al polmone e allo stomaco. Ha la caratteristica di essere inizialmente monofocale ovvero presente come unico nodulo e successivamente multifocale creando multiple localizzazioni nello stesso fegato per incontrollata proliferazione degli epatociti. Solo nelle fasi piu’ avanzate tende ad interesse prima le strutture linfonodali dell’addome e poi altri organi anche in sede extra-addominale.
Le principali cause che determinano tale patologia sono:
Esposizione al virus dell’epatite in particolare B (anche se in calo grazie alla vaccinazione ) e C in cui determina la cosiddetta cancrocirrosi;
Eccessivo consumo di alcool;
Steatosi Epatica;
Il sovrappeso e l’obesità;
Patologie metaboliche non controllate;
L’emocromatosi;
L’uso eccessivo di steroidi anabolizzanti come in alcuni atleti.
Un’alimentazione scorretta con introduzione di sostanze tossiche e cancerogene come:
aflatossine: prodotte da alcune specie di funghi della classe Aspergillus genere Ascomiceti o da muffe che colonizzano cereali e legumi;
micotossine: anch’esse prodotte da funghi che colonizzano cereali e arachidi;
nitrosamine che derivano dai nitrati presenti in diversi alimenti sopratutto conservati.
Arsenico e cloruro di vinile monomero presenti nelle plastiche;
I sintomi spesso sono simili a tante altre patologie addominali ma possiamo sintetizzarli in : Dolore in sede epigastrica e fianco dx, nausea, debolezza, perdita dell’appetito, feci chiare, prurito. dimagrimento eccessivo e rapido, dolori articolari insopportabili, talvolta ittero.
Ad una palpazione addominale da parte del medico spesso viene notata una epatomegalia con talvolta margine antero-inferiore irregolare . Un aumento della globosità dell’addome con evidenziazione delle strutture venose superficiali che potrebbero far pensare ad una forma di ascite.
A questo punto è necessario eseguire subito delle indagini diagnostiche come gli esami di laboratorio come GOT,GPT,Ggt, Bilirubina totale e frazionata. Emocromo, Vitamina K, Dosaggio delle proteine totali, Alfafetoproteina e Ca-19.9, CEA ed una ecografia addominale.
Se il sospetto persiste effettuare subito una RM o TC con mezzo di contrasto ouna Colangio-RM nel caso di sospetto tumore delle vie biliari, una PET, un Fibroscan per valutare la fibrosi epatica, ed infine una Biopsia epatica con esame istologico per stabilire lo stadio del tumore e le sue caratteristiche. .
La terapia ovviamente può essere chirurgica, chemioterapica o radioterapica.
SECONDARI:
Sono quelle forme di neoplasia che hanno avuto origine in altri organi e si sono estese al fegato . In genere si tratta di neoplasie che provengono da altri organi addominali (stomaco, esofago, intestino, pancreas, reni) ma anche da altri organi extra-addominali come polmone e mammella. La predisposizione per le neoplasie addominali avviene perchè il fegato viene attraversato da circa due litri di sangue al minuto di cui il 70% ha origine dal sistema portale che drena il sangue venoso degli organi addominali. La maggior parte delle metastasi hanno origine dai tumori del colon-retto(il 60-70% danno origine a metastasi).
I sintomi (con caratteristico notevole aumento delle dimensioni del fegato e della milza)e le metodiche di diagnosi sono identiche a quelle delle forme primarie.
La terapia dipende da molteplici fattori:
il tipo di tumore primitivo;
numero, posizione e dimensioni delle metastasi;
lo stato di funzionalità del fegato;
le condizioni generali del paziente;
la presenza contemporanea di neoplasia primitiva e metastasi epatica oppure inizialmente dii neoplasia primitiva e successivamente metastasi.
La terapia migliore è quella chirurgica che sfrutta la grande capacità del fegato di rigenerarsi fino al 70%.
In caso di impossibiltà ad eseguire la terapia chirurgica è possibile tentare una termoablazione se i noduli sono di piccole dimensioni o ricorrere alla terapia selettiva come la chemioembilizzazione(TACE)inietta direttamente nell’arteria epatica il chemioterapico.
Nel caso di noduli di grosse dimensioni possiamo eseguire una chemioterapia che riduce le dimensioni dello stesso per favorire l’asportazione chirurgica (chemioterapia adiuvante). La stessa chemioterapia adiuvante può essere eseguita dopo l’intervento per distruggere le cellule neoplastiche sfuggite durante l’intervento chirurgico.
Utile anche la radioterapia radio-mirata come la TARE che con l’introduzione di mini sfere radiottive direttamente nel nodulo provocano la necrosi delle cellule neoplastiche.
E’ possibile trombizzare le arteriole che irrorano le metastasi (TAE).
I vari metodi possono essere combinati tra loro. Attualmente vengono anche utilizzati gli anticorpi monoclonali. Ultimo tentativo un eventuale trapianto di fegato.
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