Esistono i diverticoli del Tenue e quelli del Colon.
DIVERTICOLI DEL TENUE:
In questa sede e in particolare nel tratto distale dell’ileo può essere presente il Diverticolo di Meckel. E’ un diverticolo vero interessando tutti gli strati della parete intestinale. E’ un residuo embrionale per cui nella sua parete può essere presente sia del tessuto gastrico che pancreatico.
Come sintomatologia ricorda quella di un appendicite ad eccezione del dolore che si presenta al di sotto o a Sx dell’ombelico. Molto spesso è asintomatico ma nei casi più complessi può provocare sanguinamento fecale (dovuta alla componente gastrica che produce acido), nausea, vomito, dolori addominali crampiformi, occlusione intestinale.
La diagnosi è difficile e spesso comporta l’esecuzione di una scintigrafia e di studi radiologici con bario.
DIVERTICOLI DEL COLON:
Sono quelli più frequenti e conosciuti. Sono molto diffusi tanto che colpiscono oltre il 50% dei soggetti dopo i 60 anni. Infatti al di sotto dei 30 anni colpisce appena il 2% della popolazione. Tra i 40 e i 50 anni la percentuale sale al 40% e tra i 70-80 anni raggiunge anche l’80%. Colpisce maggiormente i soggetti di sesso femminile. E’ presente prevalentemente nel mondo occidentale probabilmente per i nostri particolari stili di vita o alimentari.
La diverticolosi indica la presenza di diverticoli senza segni e sintomi mentre quando questi si infiammano parleremo di diverticolite.
Il tratto più colpito del colon è in genere il sigma ma in genere tutti i tratti possono essere coinvolti.
I diverticoli sono delle estroflessioni che si formano lungo le pareti intestinali del colon per invaginazione in zone di minore resistenza della parete della mucosa e sottomucosa (area di passaggio dei vasi arteriosi nella parete intestinale) e nelle forme più gravi per invaginazione di tutti gli strati della parete . Contemporaneamente interviene un aumento della pressione intraluminale.
Le cause che possono determinare i diverticoli sono molteplici e possiamo sintetizzarle:
Predisposizione genetica;
Ridotta assunzione di fibre: rappresenta uno dei fattori principali perché la loro carenza provoca feci dure che necessitano di grande sforzo per essere eliminate;
Dieta eccessivamente ricca di carni rosse;
Scarsa introduzione di liquidi;
Alterazione del microbiota intestinale;
Obesità;
Alterazione della motilità intestinale e in particolare stitichezza;
Alterazione della parete del colon;
Invecchiamento: produce una riduzione delle fibre collagene della parete intestinale rendendola più fragile.
I sintomi sono molteplici e possono essere riassunti in:
I sintomi della diverticolosi sono principalmente tre:
Dolore addominale: spesso indefinito, cupo, fastidioso che interessa spesso i quadranti addominali inferiori e sx.
Gonfiore addominale;
Alterazione dell’alvo con quadri di alternanza di stipsi o diarrea.
Qualora compaia una diverticolite il quadro peggiora con la comparsa di:
Dolori addominali molto intensi;
Febbre;
Aumento dei globuli bianchi all’emocromo.
Nei casi gravi possiamo avere
ascessi;
perforazioni e fistole ( in particolare colo-vescicali);
stenosi e occlusione;
peritonismo.
Sepsi.
perdite ematiche con quadro di rettorragia;
La diagnosi può essere eseguita con effettuando:
una colonscopia (non in fase acuta)
un clisma opaco a doppio contrasto;(non in fase acuta);
TC addome con m.d.c.
Esami ematici come emocromo e indici di infiammazione.
La terapia si basa su:
Apporto dietetico di fibre giornaliere intorno ai 30gr/die. Evita il ristagno fecale e riduce la pressione del lume intestinale, nutre la flora batterica intestinale;
Adeguata masticazione dei cibi;
Adeguato apporto idrico;
Evitare i lassativi;
Eliminare i cibi difficilmente masticabili come i semi oleosi( mandorle, noci ecc);
Eliminare cibi con semi interni come pomodori, fichi, kiwi ecc.;
Garantire un buon equilibrio della flora batterica intestinale(microbiota) che è fondamentale per il buon nutrimento degli enterociti e per impedire eventuali aggressioni esterne grazie alla riduzione del PH fecale, alla produzione di vitamine e di molecole come l’acido butirrico.
Effettuare una buona attività fisica regolare;
Utilizzo di antibiotici non assorbibili come la rifaximina nel caso di ripetuti episodi di diverticolite. In passato è stata utilizzata la ciprofloxacina che però con il tempo ha presentato una riduzione di efficacia per la creazione di resistenze batteriche;
Talvolta uso di antinfiammatori intestinali (mesalazina).
Nel caso di diverticolosi asintomatica non è necessario eseguire alcun trattamento farmacologico oppure usare solamente dei probiotici.
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