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Emorroidi

La malattia emorroidaria è una patologia che colpisce oltre tre milioni di italiani. Non presenta una preferenza di sesso e di età. Molto spesso se ne parla poco dato che è una patologia imbarazzante e sgradevole a descrivere per molte persone che ne sono affette.

Le emorroidi (dal greco antico “emos rei”, che significa “sangue che scorre”,ed indica ciò che avviene all’interno di queste strutture vascolari) sono un plesso fibrovascolare localizzato al di sotto della mucosa del canale anale costituito da sinusoidi venosi (differiscono dalle vene perché prive di tessuto muscolare nella parete) sostenuti ed avvolti da tessuto connettiivo-muscolare che formano dei legamenti sospensori dei sinusoidi. L’insieme porta alla formazione di cuscinetti.

Questi cuscinetti hanno il compito di assorbire le variazioni della pressione addominale che avvengono normalmente durante la giornata di un individuo normale (es : sforzo improvviso muscolare dell’addome, sternuto, colpo di tosse, etc). Questa capacità impedisce l’apertura dello sfintere anale con possibile perdita involontaria di gas o feci.

Esistono tre cuscinetti:

  • uno in sede laterale sx ;

  • uno in sede posteriore dx;

  • uno in sede anteriore dx.

Come sappiamo il canale anale (lungo circa 4 cm) è diviso in due zone da quella che viene definita la linea pettinata o dentata che esteticamente si presenta come una linea irregolare, festonata a forme di denti di pettine che rappresenta il passaggio tra la mucosa rettale e l’epitelio squamoso simil-cutaneo specifico del canale anale. A livello della linea pettinata sono presenti delle piegature della mucosa in senso longitudinale chiamate colonne di Morgagni.

La funzionalità del canale anale è regolata da due muscoli:

  1. sfintere anale esterno costituito da muscolatura liscia che funziona in modo involontario rilassandosi in risposta alla pressione esercitata dalle feci che raggiungono l’ampolla rettale per cui non è fondamentale per la continenza fecale.

  2. sfintere anale interno costituito da muscolatura striata che funziona in modo volontario per cui si rilassa quando abbiamo deciso di defecare per cui è fondamentale nella continenza fecale.

Entrambi i muscoli vengono sostenuti nella loro azione grazie al lavoro di un altro muscolo chiamato muscolo elevatore dell’ano.

Abbiamo due plessi emorroidari:

  1. Plesso emorroidario interno: tributario della vena porta , presente al di sopra della linea pettinata e quindi rivestito da mucosa intestinale;

  2. Plesso emorroidario esterno: presente al di sotto della linea pettinata, tributario della vena cava inferiore , rivestito da cute.

Può succedere che in certe situazioni particolari queste strutture possono infiammarsi e successivamente gonfiarsi in modo eccessivo provocando quello che viene chiamata “ crisi emorroidaria” con scivolamento verso il basso dei cuscinetti rigonfi che possono interessare solo i plessi emorroidari interni o solo quelli esterni o entrambi.

Le cause predisponenti sono:

  1. Sedentarietà: stare seduti a lungo facilita la dilatazione dei plessi emorroidari, ma pure stare in stazione eretta per troppo tempo. Se poi il paziente è obeso le probabilità aumentano;

  2. Stitichezza cronica;

  3. Lo stare seduto troppo a lungo sul water;

  4. Predisposizione familiare: presenza di parenti affetti da varici arti inferiori;

  5. Sforzi eccessivi come sollevare ripetutamente oggetti pesanti oppure fare sport fisicamente intensi come il ciclismo, sollevamento pesi, motociclismo, equitazione;

  6. Defecazioni rimandate per vari motivi;

  7. Dieta povera di fibre che predispone alla formazioni di feci dure;

  8. Gravidanza: provocato dalla pressione del feto;

  9. Uso di farmaci come lassativi o contraccettivi;

  10. Stress: aumenta il tono anale, provoca la comparsa di colon irritabile (IBS) e spinge il paziente ad ignorare lo stimolo dell’evacuazione provocando stipsi;

  11. Patologie che determinano una ipertensione portale come la cirrosi.

Sintomatologia:

Quando il sangue si accumula in modo anomalo nei sinusoidi emorroidari si verifica una congestione che li dilata provocando una lesione della parete. Inoltre vengono spinti verso il basso come conseguenza dello sfiancamento dei ligamenti sospensori incapaci di reggere il peso notevolmente aumentato delle strutture sinusoidali provocando il prolasso. In genere le emorroidi interne non sono visibili dato la loro posizione più interna nel canale anale ,mentre quelle esterne sono facilmente visualizzabili dato che prolassano fuori dal canale anale.

I caratteristici sintomi sono:

  • Noteremo a livello del bordo anale delle palline turgide, morbide, di colore bluastro di varie dimensioni a secondo della congestione che spesso provocano un dolore pungente e senso di corpo estraneo a livello del canale anale;

  • Prurito anale;

  • Bruciore anale;

  • Perdite di muco;

  • Piccole perdite di sangue durante la defecazione;

  • Talora perdita anomala di feci;

  • Senso di bagnato anale;

  • Senso di peso anale;

  • Marische: rappresentano del tessuto sottocutaneo esuberante in sede perianale spesso soggetto a infiammazione. Non hanno un valore patologico ma indicano una pregressa tromboflebite di emorroidi esterne.

  • Desiderio ad evacuazioni ravvicinate.

  • Se il prolasso diventa permanente per un periodo lungo compare un senso di malessere fisico prolungato accompagnato da dolore cronico che porta il paziente a stare a letto per alcuni giorni;

  • Sanguinamento intenso (proctorragia) con presenza di sangue rosso vivo che può avvenire saltuariamente e per un periodo prolungato. In quest’ultimo caso potrebbe manifestarsi un’anemia sideropenica.

Complicanze:

  • Trombosi emorroidaria;

  • Incontinenza fecale;

  • Strozzamento emorroidario;

  • Ascessi anali e perianali;

  • Fistole perianali;

  • Ulcerazione;

  • Prolasso rettale.

  • Ragade anale.

Classificazioni emorroidi:

  • Emorroidi di 1° grado: emorroidi che non prolassano;

  • Emorroidi di 2° grado: le emorroidi prolassano ma sono riducibili spontaneamente;

  • Emorroidi di 3° grado: le emorroidi prolassano ma sono riducibili manualmente;

  • Emorroidi di 4° grado : le emorroidi sono prolassate costantemente.

Diagnosi:

  • Visita proctologica con esplorazione rettale;

  • Anoscopia;

  • Rettoscopia.

Terapia:

Innanzitutto è importante una corretta impostazione igienico-dietetica in particolare per rendere morbide le feci ed impedire le crisi di stitichezza:

  • Idratarsi in modo corretto: bisogna bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno;

  • Assumere una adeguata quantità di fibre durante la giornata. In particolare utilizzare verdura cruda ma anche cotta almeno una porzione durante la giornata ,tutti i giorni.

  • Praticare giornalmente attività fisica;

  • Mangiare ad orari regolari, masticando a lungo e lentamente;

  • Non mangiare cibi piccanti (es peperoncino), troppi cibi grassi o fritti, alcoolici, insaccati;

  • Cercare di regolare l’utilizzo della toilette per educare l’intestino ad orari prestabiliti.

  • Avere una buona igene della regione anale senza usare detergenti troppo aggressivi.

L’utilizzo di una terapia farmacologica dipende in genere dalla durata e dal disagio che avverte il paziente. Molte volte la crisi emorroidaria regredisce spontaneamente in pochi giorni senza dover fare nessuna terapia.

  1. Spesso nelle emorroidi di 1° e 2° stadio è sufficiente una terapia conservativa topica a base di pomate emollienti e lenitive a base di anestetici e steroidi nelle forme di emorroidi esterne. Nelle emorroidi interne è necessario l’utilizzo di supposte a base di steroidi. Talora è utile aggiungere integratori a base di bioflavonoidi per via orale che migliorano il microcircolo della regione ano-rettale e farmaci che rendono le feci più morbide in caso di stipsi.

  2. Se nelle forme al 2° stadio non abbiamo risultati con le terapie conservative possono essere utilizzate terapie non chirurgiche come

    1. la legatura elastica

    2. scleroterapia;

    3. crioterapia o laserterapia (HeLP)

    4. fotocoagulazione ad infrarossi.

    Si tratta di procedure che in genere migliorano i sintomi ma hanno un effetto limitato nel tempo.

  3. Nel 3° e 4° stadio dl’intervento chirurgico diventa quasi obbigatorio. L’intervento d’elezione è l’emorroidopessi con metodo Longo. L’intervento è effettuato con una cucitrice meccanica che asporta il prolasso e fissa le emorroidi all’interno. Una forma di intervento mini-invasivo è la Dearterializzazione selettiva delle emorroidi mediante laser (TDH) con riposizionamento dei cuscinetti emorroidari.

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